La Franco Centro è una cooperativa sociale di tipo B, offre cioè possibilità di impiego anche a soggetti svantaggiati, particolarmente penalizzati dal mercato del lavoro. La Cooperativa opera principalmente nell’ambito della somministrazione attraverso la gestione del “Caffè Sociale”: un bar per chi, solitamente, al bar non ci va. Il Sociale si chiama così proprio perché si propone di saper accogliere ogni tipo di clientela e di disponibilità economica.

Offre colazioni classiche non tralasciando, tuttavia, suggerimenti che attingono dalle vecchie tradizioni locali, nell’ottica della riscoperta di un cibo sano ma buono e, spesso, anche economicamente più accessibile.

Per quanto riguarda i pasti, il Sociale propone una mensa ispirata alle antiche cucine economiche delle grandi stazioni del nord Italia ai tempi della immigrazione operaia meridionale: basata, cioè, sull’offerta di un piatto unico e completo, vegetariano e non, imparato dalla cucina popolare e che, come essa, segua le produzioni stagionali non tralasciando di attingere, talvolta, dalle varie cucine regionali italiane.

La mia buona pratica

Il Sociale non ospita slot machine così come non vende tabacchi e propone una selezionata e ridotta quantità di alcolici. L’intera ristrutturazione dei locali, eccettuati i necessari lavori relativi agli impianti, ha previsto l’utilizzo o il riutilizzo del materiale esistente.

Il Sociale pone particolare attenzione al “ciclo del rifiuto”, in particolare quello organico, prodotto nell’attività di bar e ristorazione, adottando accorgimenti, tecnici e non, in modo da favorire il recupero dell’acqua già utilizzata, degli scarti prodotti dall’attività di caffetteria (utilizzo del tè e del caffè come fertilizzanti del verde interno ed esterno) e dalla cucina (l’umido verrà destinato al compost che fertilizzerà l’Orto Sociale). Non utilizza e non propone bottiglie o stoviglie in plastica: sono infatti presenti all’interno del locale spillatori d’acqua e si incentiva l’utilizzo di borracce.

I fornitori sono i produttori agricoli, gli allevatori e gli imprenditori della Rete di solidarietà Intrecci Solidali.

La Cooperativa Franco Centro fa parte della rete Intrecci Solidale costituita tra 35 soggetti pubblico privati (associazioni, cooperative e imprese), firmatari della Carta Etica. In virtù dell’accordo sottoscritto, ciascuna di queste realtà si impegna a condividere progetti, azioni che siano di reciproco supporto ai membri della rete stessa fornendo anche piena solidarietà nei confronti di tutta la comunità entro cui i soggetti operano.

La Cooperativa Franco Centro fa inoltre parte di un ristretto numero di cooperative che, su scala nazionale, possono vantare il titolo di Cooperative di Comunità. In questo senso, è beneficiaria di una forma di sostegno promossa da Fondosviluppo destinata ad enti che si impegnano a salvaguardare lavoro e sviluppo nel loro quartiere.

Fin dal primo istante in cui abbiamo aperto il nostro Caffè sociale abbiamo ritenuto fosse necessario lavorare affinché diventasse un luogo accogliente per tutti e quindi anche per i turisti e visitatori della nostra città. La stazione rappresenta il primo impatto che il visitatore ha quando arriva, è il biglietto da visita della città. La stazione ha già cambiato volto negli ultimi anni: lavori troppo lunghi hanno però portato migliorie dal punto di vista strutturale ed estetico. Facciate ritinteggiate, pensiline ristrutturate, posa degli ascensori. Manca ancora il tassello del sottopasso, ma siamo fiduciosi che venga completato nel breve periodo.

Il nostro caffè è l’approdo di chi sceglie o è costretto a usure una mobilità dolce per i suoi spostamenti. Ed è in questa differenza, tra chi sceglie e chi è costretto, che sta l’essenza del nostro lavoro. Chi sceglie di arrivare come turista in treno è sicuramente una persona che decide di far aderire alla propria vita uno stile lento, riflessivo e rispettoso dell’ambiente. Crediamo che questa tipologia di visitatore sia dunque quella che può essere maggiormente interessata all’idea di turismo che proponiamo. Dall’altro lato, il nostro lavoro ruota intorno anche ai tanti che sono obbligati a prendere il treno.

Se escludiamo i pochi che ancora si spostano verso le grandi città per lavoro (la pandemia e lo sviluppo dello smart working hanno dimezzato il numero dei viaggiatori pendolari) e gli studenti (anche loro, drasticamente diminuiti nell’ultimo periodo), continuano a usare il treno le persone che per ragioni socio-economiche non guidano ne possiedono un’auto per spostarsi. Sono anziani soli, sono uomini e donne recentemente immigrati in Italia, sono persone con svantaggi fisici e/o psichici, sono uomini e donne emarginati socialmente, sono tossicodipendenti, sono i nuovi poveri.

Il nostro Caffè è un luogo anche e soprattutto loro. Sulla scia di questa riflessione, ci sentiamo dunque di dire che vorremmo sempre di più che il nostro biglietto da visita potesse comunicare al turista che arriva per la prima volta a Mondovì, tutto quello che il nostro territorio di buono può trasmettere: accoglienza, bellezza, sostenibilità ambientale e sociale, cultura. Racchiudere tutte queste componenti comunicandole attraverso la nostra stazione e la nostra sfida principale e siamo oggi lieti di poterla condividere con altri che la pensano come noi.

 

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